Come promesso, dopo le informazioni in merito al formato europeo, torniamo a parlare in questo spazio di curriculum e oggi il nostro compito sarà quello di andare alla radice della questione, perché talvolta partire da principio può aiutare a spianare la strada.
L’espressione curriculum vitae et studiorum, di derivazione latina, sta a significare l’insieme “delle varie fasi della carriera di una persona” (Zanichelli) o ancora “il resoconto scritto delle tappe principali dell’attività di studio o professionale” (Garzanti).
Nulla di nuovo, direte: ma quindi, cosa possiamo fare per procedere nell’ordinare tutte le nostre esperienze di vita, di studio e di lavoro cercando di dare loro coerenza? Cercando di apparire convincenti e interessanti?
Se quel che abbiamo studiato e le esperienze lavorative non si cambiano, dove possiamo trovare quel “qualcosa in più” che ci aiuti a mirare al meglio la candidatura?
Un esercizio utile, prima di cominciare a scrivere, potrebbe essere quello di riflettere su alcune caratteristiche e attitudini personali, per esempio:
sui nostri hobby, sugli sport praticati o sulle attività ricreative che preferiamo;
sulle situazioni che ci rendono più produttivi e creativi e su quelle che invece ci frenano, ci inibiscono o ci irritano;
sulla tipologia delle persone con cui abbiamo studiato o lavorato meglio: chi e come sono, quali sono quindi i comportamenti che ci favoriscono e ci mettono a nostro agio;
sulla nostra metodologia di studio o di approccio a un nuovo incarico: ci buttiamo in fretta o siamo più riflessivi? Sbrighiamo subito le nostre attività o rendiamo meglio sotto pressione?
cosa dicono di noi amici, parenti e colleghi?
Quello che suggeriamo è di prendersi qualche minuto per rispondere; cerchiamo di vivere questo momento come un’occasione per intraprendere un viaggio dentro noi stessi, alla ricerca di elementi e collegamenti, veri propri link tra le nostre esperienze di vita e situazioni relative alla sfera professionale.
Questo esercizio andrebbe fatto preferibilmente per ogni candidatura, evitando quindi l’effetto spam dei propri curriculum, perché ogni nuova posizione e ogni nuovo contesto aziendale al quale aspiriamo possono offrici nuovi spunti di analisi.
Alla fine, avremo una mole di informazioni a cui dovremo scegliere che forma dare per raggiungere l’obiettivo di interessare, incuriosire e non annoiare il selezionatore: per questo la prossima volta parleremo dei possibili formati per i curriculum.
Molto interessante.