Il fenomeno esiste da molti anni e ultimamente non soltanto se ne discute moltissimo, ma si vede anche sempre più spesso nelle città italiane. Si definisce coworking la modalità lavorativa che vede professionisti, indipendenti nella loro attività, condividere spazi di lavoro e creare sinergie in un ambiente comune, che è fonte di scambio di idee e di potenziali collaborazioni in diversi settori.
Il coworking ridefinisce il modo di lavorare e nasce dall’idea di unire il bello del lavorare in modo indipendente con il piacere di condividere e confrontarsi con una community, facendo crescere il sapere e riducendo l’impatto ambientale e i costi.
Una recente indagine svolta tra gli annunci sul Web nei primi quattro mesi del 2011 ha registrato un incremento del 100% di annunci di offerta ufficio, studio o negozio in condivisione.
La condivisione non viene scelta solo per abbattere le spese di affitto e bollette, che rimane comunque la ragione principale per l’85% degli utenti intervistati, ma, in base al sondaggio, pare che rappresenti la scelta ottimale per un supporto morale e consulenziale (70%) e per la possibilità di creare nuove opportunità di business (60%).
La categoria più aperta a questo tipo di pratica sono i grafici (30%), seguiti da avvocati (25%), mentre al terzo posto si trovano architetti e geometri (11%).
Il modello è approdato nel nostro paese dagli Stati Uniti e dal Nord Europa per far fronte a una realtà lavorativa sempre più flessibile e in continua evoluzione. Solitamente i professionisti che svolgono la propria attività in uno spazio in coworking si affidano a una struttura che mette a loro disposizione uffici completamente arredati con una o più postazioni di lavoro, corredati di linee telefoniche, di connessione a Internet, di tutti i servizi di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria. A fronte dei servizi offerti sarà corrisposto un canone annuale, mensile o giornaliero per offrire un’alternativa anche alle figure professionali che svolgono la loro attività sempre in movimento.
Le iniziative in questa direzione sono in continuo aumento e ci sono cinque motivi per provare il coworking.
Dress for success, la totale libertà da dress code è considerata tra i principali vantaggi del lavorare da casa però l’atto di vestirsi materializza il primo obiettivo di una lunga giornata, mentalmente dà il via al flusso lavorativo favorendone i risultati.
Interazione, nessun luogo è come casa per sentirsi a proprio agio e allontanarsi da probabili distrazioni. Sfortunatamente “lontano da distrazioni” è sinonimo di “lontano da interazioni”, ma lo scambio di idee e familiarizzare con facce e non solo monitor apre nuovi orizzonti e prospettive.
Sostenibilità, il coworking riduce costi e sprechi energetici. Sommando il consumo di 200 persone che lavorano da casa in riscaldamento, aria condizionata, stampanti, luce, televisione e radio si deduce chiaramente quanto sia più eco-friendly raggiungere la postazione di coworking più vicina e riscaldare, illuminare e alimentare un solo spazio.
Pausa caffè, mangiare di fronte al monitor è tipico di chi consuma i suoi pasti in solitudine; in uno spazio condiviso invece anche pause caffè e pause pranzo assumono un sapore diverso trasformandosi in una vera opportunità per distrarsi e poi ritornare all’opera più carichi di prima.
Non solo dovere, ma anche piacere e divertimento. Nell’immaginario comune la parola coworking viene probabilmente associata a un open space rumoroso e affollato, ma l’ispirazione giusta non arriva solo in uno stato di totale dedizione e concentrazione, a volte una risata o uno scambio di battute è la soluzione.
Molto interessante.