Il nostro sito dedica spazio e importanza particolari al tema dell’apprendistato in Italia con costanti informazioni e un approfondimento normativo sul contratto e sulle tre tipologie in cui si articola per fasce d’età, durata del contratto e scopo del rapporto di lavoro.
Denominatore comune parlando di apprendistato è sempre il fine formativo. La differenza fondamentale tra il contratto di apprendistato e l’ordinario contratto di lavoro sta infatti nel fatto che nel primo, allo scambio prestazione lavorativa – remunerazione, si aggiunge un obbligatorio percorso formativo del dipendente.
Per integrare la panoramica su questa tipologia di contratto ai futuri e attuali apprendisti, abbiamo focalizzato l’attenzione sul suo potenziale per i giovani, per il loro ingresso nel mondo del lavoro e per la loro professionalizzazione.
Perché assumere un apprendista
Le aziende che assumono apprendisti hanno alcuni vantaggi importanti, legati principalmente alla possibilità di usufruire di forti agevolazioni contributive e di inserire nuovo personale da formare a costi ridotti. La formazione per gli apprendisti si svolge in azienda, sotto la guida di un tutor aziendale, ma anche all’esterno dell’azienda, con brevi corsi di formazione professionale e ha lo scopo di qualificare i giovani lavoratori.
Quanti sono i potenziali apprendisti in Italia
Secondo il Rapporto I Giovani in Italia svolto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali i giovani tra i 15 ed i 29 anni in Italia sono circa 9.652.000, di cui 4.917.000 maschi e 4.735.000 femmine.
I giovani che appartengono alle forze di lavoro ammontano a 1.769.000 in età 15‐24 anni e a 5.930.000 nella classe di età successiva (25‐29 anni), rispettivamente circa il 7% ed il 23% del totale della popolazione attiva nazionale.
La quota maggiore di occupati tra 15‐24 anni ha conseguito un diploma di secondo grado di 4‐5 anni (51,7%), mentre il 33% ha la licenza media.
Tra i 25‐34enni la quota di occupati con licenza media scende al 25%, diminuisce quella dei possessori di un diploma e aumenta a 20,6% la percentuale dei lavoratori con una laurea breve, laurea quinquennale o dottorato.
L’occupazione giovanile (15‐34 anni), dipendente per il 77%, si formalizza attraverso contratti a tempo indeterminato mentre il 23% sono contratti a termine.
Nella fascia di età 15‐24 anni circa il 56% dei ragazzi ed il 63,6% delle ragazze non partecipa al mercato del lavoro perché impegnato in corsi di istruzione e/o formazione, con una accentuazione dei valori nelle regioni del Centro Italia.
Dall’analisi degli occupati condotta per settori di attività economica è confermata la terziarizzazione dell’economia italiana: l’occupazione nel settore dei servizi assorbe oltre il 65% dei giovani lavoratori. Se l’industria ne impiega il 34,2% (si arriva al 38,8% nel Nord), l’agricoltura coinvolge il 3,1% degli occupati 15‐ 24enni, con un massimo registrato nel Mezzogiorno pari al 4,7%.
Apprendista oggi
L’apprendistato oggi è un tassello importante nella costruzione tra le imprese di una cultura diffusa della formazione e dell’investimento sulle risorse umane come fattore di crescita e sviluppo per l’azienda come per l’apprendista.
Bisogna sottolineare come in ragione delle sue spiccate caratteristiche formative, l’apprendistato sia uno strumento dedicato all’agevolazione del primo ingresso nel mondo del lavoro per i giovani.