Il pac (piano di accumulo di capitale), come abbiamo già detto, è la formula giusta per chi non dispone di un capitale di partenza, e che ha un flusso di entrate mensili tale da poter impiegare il risparmio superfluo in un piano di investimento. Ma il pac è una soluzione che non va scartata neppure da chi è in possesso di somme importanti da investire in un pic (piano di investimento di capitale), perchè l’uno non esclude l’altro.
Un ottimo utilizzo lo consentono molte società di gestione, che danno l’opportunità di abbinamento delle due forme di investimento (pic e pac), offrendo ulteriori vantaggi. Si tratta in sostanza di sottoscrivere un pic su fondi obbligazionari o monetari che alimentano automaticamente uno o più pac su fondi azionari. E’ questa una formula molto interessante perchè permette di investire il capitale iniziale su un fondo a rischio molto basso, e contemporaneamente cogliere le opportunità che offrono i mercati azionari, con versamenti rateali in fondi azionari provenienti appunto da disinvestimenti parziali e automatici dal fondo obbligazionario.
L’ottima sinergia dell’investimento può veramente dare soddisfazioni ai risparmiatori, nel medio lungo termine, in termini di performance.
Fino ad ora abbiamo parlato di pac sottoscritti nei fondi comuni. Un altro modo semplice di investire in piani di accumulo è dato dalla possibilità di farlo online attraverso gli Etf (Exchange traded fund). Fineco è stata la prima banca online ad offrire il servizio dei pac, non solo con i fondi comuni ma anche con gli Etf. I pac sottoscritti con gli Etf sono esenti da commissioni e con Fineco si ha la possibilità di investire in modo semplice e trasparente.
E veniamo al capitolo spese e commissioni. Le commissioni sono identiche a quelle previste per le sottoscrizioni in unica soluzione, ma sono diluite nel tempo. Di solito la gran parte delle commissioni sono concentrate sul primo versamento (12 o 6 rate) e la parte rimanente in misura fissa su ogni rata, sino alla fine del piano. Molte società non prevedono commissioni né di entrata né di uscita, ma applicano commissioni di gestione molto più alte. In questo caso è più conveniente sottoscrivere un pac con spese, in quanto queste sono pagate solo sulle rate che si versano, mentre le commissioni di gestione su tutto il patrimonio, compresi gli interessi, rivelandosi molto onerose.
Sono sempre però previsti i diritti fissi su ogni versamento (da 1 a 2,5 euro). Si tratta di piccoli importi che però incidono notevolmente se le rate sono di modesta entità (per esempio su una rata di 50 euro, l’incidenza percentuale di 2 euro di diritti fissi è del 4%). Se poi a questi aggiungiamo la spesa bancaria per il Rid e le spese postali ed amministrative relative alle conferme dei versamenti, l’incidenza percentuale diventa elevata.
Raccomandiamo dunque, come abbiamo sempre fatto, prima di sottoscrivere un pac (o qualsiasi altro investimento), di richiedere e pretendere di conoscere le spese e le commissioni e la loro incidenza percentuale sul capitale che si va a versare. Tutto nero su bianco. Se la sottoscrizione avviene online, tutti i costi (che peraltro sono di gran lunga inferiori o nulli) sono riportati in modo molto più trasparente.