Il volume è il numero delle azioni scambiate nel periodo considerato.
Osservando un grafico la prima cosa da fare è guardarne prima i prezzi e poi il volume che, viene rappresentato alla base… ma quando si monitorizza il mercato, le decina o centinaia di titoli che si osservano li si classifica sempre sia in base alle variazioni percentuali di prezzo che di volume.
La motivazione è che se in corrispondenza di alti volumi si scambiano molte azioni di quel titolo di conseguenza ci sarà ampia partecipazione al movimento in atto, in questo caso gli investitori che si stanno convincendo che quel titolo è da acquistare o vendere sono tanti. Questo è segno di affidabilità del trend.
Se un titolo subisce uno strano incremento di volume in un giorno, vuol dire che si è concentrata l’attenzione su di esso, forse a causa dell’uscita di qualche notizia… ma se la notizia non ci è stata, forse starà per uscire ed i “ben informati” hanno già cominciato a comprare o vendere!!!
Ne discende che un trend è affidabile e vale la pena di seguirlo se i volumi sono crescenti.
Quando, invece, i volumi sono bassi, allora c’è scarsa partecipazione e, pertanto, aumenta il rischio di un capovolgimento del trend.
Un trend al rialzo vuole volumi crescenti nelle fasi rialziste e decrescenti nelle correzioni.
Un trend al ribasso, invece, vuole volumi crescenti, ma per lo più stazionari nelle fasi calanti e volumi bassi nelle correzioni.
Un forte incremento dei volumi, solitamente, avviene alla fine di una fase di congestione e quindi alla rottura di un importante supporto o resistenza.
Un forte incremento si manifesta anche alla fine di un deciso trend rialzista o ribassista, spesso in concomitanza con il presentarsi di un gap di esaurimento.
Siamo di fronte ad un affidabile segnale di svolta.