La locazione transitoria è uno dei punti più difficili del cercare un affitto. Molto spesso, questa può rappresentare un ostacolo o un vantaggio, a seconda delle necessità dell’affittuario o del padrone dell’immobile. Come funziona? Qual è la sua caratteristica principale?
Molti proprietari tendono a non volere affittare la propria casa per un periodo di tempo lungo, per esempio servendosi del classico contratto 4 + 4. Avere un immobile occupato per otto anni non è molto allettante, soprattutto perché è un periodo di tempo lunghissimo.
Inoltre, anche l’affittuario potrebbe avere esigenze di un certo tipo. Magari si è trasferito in una nuova città per lavoro e non intende prolungare la sua presenza per troppo tempo, o considera l’abitazione come momentanea, in attesa di comprarne una.
Una statistica interessante rende noto che un inquilino tende a rimanere in un’abitazione per un arco di tempo di due anni. Il problema principale si riscontra nella legge 431/98, ovvero la riforma sulle locazioni abitative. Quest’ultima ha fissato come punto cardine la durata degli affitti: lo abbiamo nominato prima, il contratto più famoso è il 4 + 4, con rinnovo automatico.
Come ovviare a questa problematica?
Facendo ricorso al contratto di locazione transitoria.
Questo contratto può avere una durata variabile compresa tra uno e diciotto mesi. ovviamente, il motivo per cui si ricorre al contratto di locazione transitoria va reso chiaro, che sia un’esigenza dell’affittuario del proprietario.
I motivi per la quale si ricorre alla locazione transitoria possono essere svariati: magari il proprietario vorrebbe vendere o ristrutturare l’abitazione, o ancora vorrebbe consegnarla a un familiare. D’altro canto, l’affittuario potrebbe voler comprare, ma non ha ancora trovato la casa adatta a lui o l’offerta più conveniente.
Di seguito, vi elenchiamo tutte le caratteristiche della locazione transitoria
Durata: da uno o diciotto mesi. Non è previsto il rinnovo del contratto, per cui il contratto di locazione transitoria perderebbe valore e senso;
Canone: dipende dal luogo in cui è situata l’abitazione. Qualora si trovasse nei capoluoghi di provincia, o comuni confinanti, o le undici aree metropolitane presenti in Italia, il canone sarebbe sottoposto a leggi ferree. In alternativa, il contratto può essere stipulato a canone libero. Il canone può essere pagato anche in contanti, ma dipende dal limite fissato dalla legge. In alternativa, va pagato tramite normale bonifico bancario;
Agevolazioni fiscali: d’altra parte, la locazione transitoria non prevede l’ausilio di agevolazioni fiscali. Il proprietario potrà ricorrere soltanto alla deduzione fiscale del 5% dal canone imponibile ai fini IRPEF.
Solitamente, per altri aspetti, si prende come modello il contratto destinato agli studenti universitari, ovvero il 3 + 2. Bisogna tenere conto che la locazione transitoria deve essere chiara sotto ogni aspetto legale.
Ecco una lista di punti che devono necessariamente essere nel contratto
Generalità delle parti.
Descrizione precisa dell’immobile.
Indicazione dell’importo del canone.
La modalità di versamento dell’affitto mensile.
La durata prevista della locazione, che, lo ricordiamo, va da una durata minima di un mese fino a una durata massima di diciotto mesi;
Il motivo per il quale si ricorre alla locazione transitoria. Quest’ultima deve essere comprovata da una documentazione, che verrà allegata al contratto. Qualora non fosse riportato il motivo dell’esigenza transitoria, il contratto sarebbe aggiornato al classico 4 + 4;
Deve essere riportata, inoltre, una clausola in cui il conduttore afferma di avere letto e ricevuto tutte le informazioni necessarie e la documentazione completa, compreso l’attestato di prestazione energetica. Se manca l’APE, sia il locatore sia il conduttore dovranno pagare una sanzione amministrativa entro 45 giorni.
Per un esempio è possibile vedere questo modello di contratto di locazione transitoria sul sito Contrattidilocazione.net.
La locazione transitoria è quindi uno strumento molto utile.