Il mercato del Franchising, nonostante la crisi, sembra essere in crescita, lo stesso non si può dire di un ramo particolare del franchising: il franchising immobiliare. Questo ambito sembra infatti perdere inevitabilmente quota. Secondo Assofranchising ogni anno tra agenzie immobiliari e di intermediazione creditizie (naturalmente gestite in franchising) il giro d’affari ammonta a circa 1,68 miliardi tanto che il valore del settore alla fine del 2010 corrispondeva a praticamente il 7,3% del fatturato totale che è stato generato in Italia dal mercato del franchising. Ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno da questi dati: stando infatti alle rilevazioni fatte da Immofranchising la quota dei punti vendita affiliati aperti in Italia è scesa del 2,3% rispetto al 2010: è infatti arrivata al 13,5%.
Mentre quindi in Italia le agenzie aperte hanno sfiorato le 44.224 unità (+6,54% rispetto a giugno 2010), quelle in franchising sono scese a 5.989 (con un -9% rispetto al 2010).
Un trend negativo che coinvolge tutta Italia in modo abbastanza omogeneo sebbene sempre con le dovute differenze: il franchising convince infatti particolarmente poco in Trentino-Alto Adige (2%), in Friuli-Venezia Giulia e Toscana (entrambe al 5%), mentre sembra quasi non accusare il colpo della perdita di quota in Valle d’Aosta e Campania con rispettivamente il 21-22% di agenzie aperte in franchising. Che però le ragioni del trend negativo siano anche da ricercarsi nel momento di profondo cambiamento che alcuni grandi marchi del settore stanno attraversando? Prelios, già Pirelli Re, sta ad esempio traghettando la sua rete di 260 agenzie verso il marchio La Casa agency ma non è l’unico grande brand che sta attraversando un momento di profondo mutamento. Ad esempio Gabetti property solutions all’inizio di ottobre si è separata da Ubh, cedendo la sua quota in Trefinance uk, con le reti specializzate in intermediazione creditizia e salendo al 99% della holding Tree Re che controlla i marchi Gabetti, Professionecasa e Grimaldi.